Ecotossicologia

Ecotossicologia
crostaceo Daphnia magna (Foto: Agenzia provinciale per l'ambiente e la tutela del clima)

L’ecotossicologia studia gli effetti tossici che una determinata sostanza o una miscela di sostanze può avere sull’ambiente ed in particolare sugli organismi viventi caratteristici di quell’ambiente.

Dal 1999 presso il Laboratorio biologico provinciale si eseguono analisi ecotossicologiche sugli scarichi civili ed industriali, su acque superficiali, su sedimenti, sia di lago che di fiume e su sostanze pure o miscele.

Test ecotossicologici

Per l’esecuzione dei test ecotossicologici vengono utilizzati diversi organismi appartenenti ai diversi livelli della catena alimentare: produttori, consumatori, decompositori, tra i quali l’alga verde unicellulare Pseudokirchneriella subcapitata, i semi di crescione, sorgo e cetriolo, il piccolo crostaceo d’acqua dolce Daphnia magna e i batteri bioluminescenti della specie Vibrio fischeri.
Qui di seguito é riportata una breve descrizione dei diversi test ecotossicologici utilizzati dal Laboratorio Biologico per valutare la tossicità di acque superficiali, scarichi civili ed industriali, sedimenti di fiume e lago, sostanze pure e miscele. Le metodiche seguite per l'esecuzione dei test sono tutte standardizzate, ovvero metodiche ISO o UNICHIM.

 

Crostaceo Daphnia magna (Foto: Agenzia provinciale per l'ambiente, M.Casera, 2006

Per questo test si utilizza un piccolo crostaceo della specie Daphnia magna Straus, molto sensibile soprattutto all’inquinamento da metalli pesanti (piombo, cadmio, zinco, rame ecc.).
I neonati di meno di 24h vengono immessi nel campione da analizzare e dopo 24h o 48h si osserva la percentuale di individui morti/immobilizzati. I risultati possono essere espressi o come percentuale di individui morti/immobilizzati o come valore di EC50, cioè come concentrazione della sostanza tossica che determina la morte/immobilizzazione del 50% degli individui impiegati nel test. Il metodo applicato è l'APAT CNR IRSA 8020 Man 29 2003.

 

Luminometro (Foto: Agenzia provinciale per l'ambiente e la tutela del clima, M. Casera, 2021)

Il test con batteri bioluminescenti sfrutta la naturale capacità di un gruppo di batteri marini appartenenti alla specie Vibrio fischeri di emettere luce se si trovano nelle condizioni ottimali. Attraverso uno specifico strumento, il luminometro, vengono effettuate delle misure di luminescenza a dei tempi rispettivamente di 5, 15 e 30 minuti. La presenza di sostanze tossiche si manifesta mediante una riduzione della bioluminescenza proporzionale alla tossicità del campione in esame. La tossicità del campione viene misurata in termini di EC50, che rappresenta la concentrazione per la quale si ha la diminuzione del 50% della luce emessa dai batteri. Il metodo applicato è l'APAT CNR IRSA 8030 Man 29 2003.

 

Coltura alga unicellulare Pseudokirchneriella subcapitata (Foto: Agenzia provinciale per l'ambiente, M. Nardon, 2010)

L’esecuzione del test di tossicità algale prevede l’impiego dell’alga verde unicellulare Pseudokirchneriella subcapitata. Questo test ecotossicologico è un test cronico poiché la sua durata è di 72 ore. La presenza di una sostanza tossica si manifesta mediante l’inibizione della proliferazione delle cellule algali. Anche in questo caso i risultati possono essere espressi come percentuale d’inibizione della crescita algale oppure come EC50. il metodo applicato è l'EN ISO 8692:2012.

 

Test con semi di cetriolo (Foto: Agenzia provinciale per l'ambiente, M. Nardon, 2010)

I semi di piante come il sorgo, il crescione ed il cetriolo vengono utilizzati per effettuare dei test di fitotossicità della durata di 4 giorni, sia su campioni di acqua che su sedimenti, fanghi di depuratori e compost. Le sostanze tossiche agiscono inibendo la germinazione dei semi e inibendo l’allungamento della radice. Il metodo applicato è l'UNICHIM 1651 (2003).


Resoconto analisi ecotossicologiche condotte nell'anno 2023

Nel corso del 2023 il Laboratorio biologico ha eseguito analisi ecotossicologiche su 117 campioni, suddivisi in scarichi civili, industriali e acque superficiali . Qui di seguito vengono riportati i risultati delle analisi ecotossicologiche relative agli scarichi civili ed industriali. Le analisi ecotossicologiche sugli scarichi civili ed industriali sono obbligatorie per il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e per la Legge provinciale 18 giugno 2002, n.8.

Tossicità scarichi civili

Per quanto riguarda gli impianti di depurazione esaminati nel corso del 2023, su 41 campioni di scarico esaminati, tutti sono risultati conformi ai limiti di legge

Tossicità scarichi industriali:

Per quanto riguarda gli scarichi industriali esaminati nel corso del 2023, su 76 campioni analizzati, 3 sono risultati non conformi ai limiti di legge.

I limiti di emissione degli scarichi idrici per il saggio di tossicità acuta sono i seguenti:

per scarichi in acque superficiali: il numero degli organismi immobili (nel caso di Daphnia magna) o inibiti (nel caso di Vibrio fischeri e di Pseudokirchneriella subcapitata) dopo 24 ore non deve essere uguale o maggiore del 50% del totale.

per scarichi in rete fognaria: il numero degli organismi immobili (nel caso di Daphnia magna) o inibiti (nel caso di Vibrio fischeri e di Pseudokirchneriella subcapitata) dopo 24 ore non deve essere uguale o maggiore dell‘80% del totale.


 

Riferimenti normativi:  consulta la pagina sulla legislazione

Contatto: Laboratorio biologico