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Primi risultati del progetto Monitraf

Nell’auditorium del Palazzo provinciale II, in via Crispi a Bolzano, i partners del progetto europeo MONITRAF hanno presentato questo pomeriggio i primi risultati delle analisi sulle ripercussioni del traffico sullo spazio alpino non solo su aria e rumore, ma anche su salute, società, economia e turismo, e quelli degli effetti della politica di transito UE in materia. “I risultati delle prime indagini dimostrano”, ha detto l’ass. Laimer inaugurando i lavori, “che è indispensabile lavorare insieme al problema ed introdurre misure comuni di intervento, affinché i provvedimenti presi lungo un asse non abbiano ripercussioni negative su un altro valico alpino”.

Gli effetti del traffico lungo i quattro assi alpini al centro del convegno MONITRAF

Brennero, Frejus, S.Gottartdo e e Monte Bianco sono i quattro valichi attraverso cui scorre tutto il traffico di transito dell’arco alpino: le regioni europee di Italia, Austria, Svizzera e Francia interessate da questo problema vogliono lavorare insieme per analizzare gli effetti del traffico pesante sulle loro valli e prendere provvedimenti comuni. È questo l’obiettivo del progetto MONITRAF, finanziato con 1,5 milioni € nell’ambito del programma europeo Interreg III B, che coinvolge sette regioni: Rhòne Alpes (F), Piemonte, Valle d’Aosta e Alto Adige (I), Tirolo (A), Svizzera centrale e Ticino (Ch).   

In provincia di Bolzano, il progetto è gestito dall’Agenzia provinciale per l’Ambiente – APPA con l’Ufficio Aria e Rumore, i quali hanno presentato oggi i risultati del pacchetto di lavoro loro assegnato: si tratta di indagini che forniscono notizie di base su qualità dell’aria, flusso di traffico, salute pubblica, turismo ed economia. “Il traffico riguarda tutti noi ed influenza tutti i settori della vita quotidiana”, ha detto l’assessore Laimer introducendo gli esperti esterni cui sono state affidate le rilevazioni, “i dati esposti oggi ci aiuteranno a capire come intervenire, sia a livello locale che a livello europeo. Si tratta di ricerche svolte da tecnici ed in quanto tali libere da condizionamenti”. Ai risultati dell'indagine guarda con interesse anche il Dipartimento provicniale competente per la Mobilità, che fa capo all'assessore Thomas Widmann.

Lo studio di Jürg Thudium, dell’Ökoscience di Chur (Grigioni), analizzava gli effetti del traffico pesante su aria e rumore mettendo a confronto i dati di tutti i partners: ne è emersa un’analogia tra Alto Adige e Svizzera, e la necessità di fare rilevamenti tramite centraline poste al massimo a 5/6 metri dall’autostrada, come già accade nella nostra provincia, effettuando misure orarie dei valori di NOx e di PM10. Thudium ha poi sottolineato come l’inquinamento acustico non sia ancora stato analizzato a sufficienza. Lo stesso è stato constatato nelle indagini dell’esperto per la parte dell’analisi sul turismo alpino, Harald Pechlaner, dell’Università di Eichstätt. In Alto Adige, in ogni caso, la Provincia ha già messo a disposizione dei fondi per effettuare queste misurazioni: si tratta del primo intervento di questo tipo nelle sette regioni coinvolte. 

Anke Huss e Martin Röösli, dell’Università di Berna, hanno presentato invece una raccolta di studi epidemiologici sugli effetti di PM10 e NOx, proponendo un nuovo modo di monitoraggio della salute pubblica esplicitamente per lo spazio alpino, che servirà come base per motivare le disposizioni finali, mentre lo studio svizzero Basler e partner ha analizzato sotto l’apetto della sostenibilità il traffico e le strutture socio-economiche: “È necessario”, è stato detto da Valentin Delb, “cercare degli indicatori comuni per ogni regione per quantificare gli effetti del traffico". I dati specifici sul flusso del traffico pesante attraverso i quattro passi e sui percorsi deviati, ovvero sulle modalità di scelta del percorso da effettuare, sono stati al centro della relazione dell’austriaco Helmut Köll, il quale ha anche evidenziato come sia necessario un accordo di base sulla terminologia: il termine “traffico pesante”, per esempio, viene interpretato diversamente in Italia ed in Svizzera.  È toccato quindi a Manfred Perlik, dell’Accademia delle scienze austriaca, allargare lo sguardo alle politiche UE interna di traffico: nel prendere in esame gli interventi sull’arco alpino non bisogna infatti dimenticare che esso fa parte di un più ampio sistema di relazioni e collegamenti, una sorta di rete interconnessa. 

I dati presentati oggi saranno la base sulla quale elaborare un sistema di indicatori, con un apposito database, relativi alla situazione del traffico pesante nell’arco alpino: "Dal 1994 al 2004 il traffico pesante attraverso i quattro valichi alpini è aumentato del 41%", ha detto oggi Norbert Lantschner, direttore dell'Ufficio Aria e Rumore, "ma oggi l'influenza che esso ha su popolazone ed ambiente è misurabile: i dati raccolti saranno quindi utilizzati per elaborare insieme misure comuni di gestione del traffico". 

Il progetto MONITRAF si concluderà nella primavera del 2008. Per ulteriori informazioni è possibile visionare la website www.monitraf.org.



 

MC