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L'Appa sulla bonifica dell’ex azienda del gas di Merano e sul trasporto del materiale

Il direttore dell'Agenzia provinciale per l'ambiente Luigi Minach interviene sulla questione della bonifica dell'ex azienda del gas in via Toti a Merano e precisa tra l'altro che in tema di aree adiacenti e di contaminazione è già stato stilato in accordo con il Comune di Merano un programma di monitoraggio. "I primi risultati sono previsti per la fine di gennaio e sulla base di queste analisi si stabilirà se sarà necessaria un’ulteriore bonifica." Riguardo al trasporto transfrontaliero dei rifiuti, Minach precisa che la legislazione comunitaria è stata pienamente rispettata e i controlli previsti hanno funzionato alla perfezione.

Di seguito la nota del direttore dell'Appa Luigi Minach.

"In Via Toti si trovava l’azienda del gas di Merano che produceva il gas mediante la piroscissione ad alta temperatura del carbone. Tale procedimento, oltre alla formazione delle sostanze gassose com­bustibili come metano, etano, idrogeno ecc., formava anche diversi sottoprodotti liquidi raccolti a parte e rivenduti. Le tecnologie applicate, pure essendo allora al passo dei tempi, garantivano un recupero efficiente ma non totale (!) delle frazioni liquide e solide sopra nominate. Pertanto, nonostante i tentativi di isolamento con sistemi di contenimento in calcestruzzo, piccolissime parti si sono disperse nel ter­reno.
I residui trattenuti dal terreno ed ora rinvenuti sono composti principalmente da catrame ormai soli­dificato e poco solubile nell’acqua. Nuove misure sono in corso, ad oggi le misure eseguite non hanno mostrato una contaminazione della falda. In ogni caso la possibile contaminazione dell’acqua è minima e non inficia la qualità dell’acqua potabile.

Il catrame è composto da una serie di sostanze organiche pressoché essiccatesi nel corso degli ul­timi decenni, che contengono pertanto solo in minima quantità idrocarburi volatili e percepibili olfattivamente. Principali responsabili dell' “odore” sono il naftaline e i suoi derivati, che fino a qualche anno fa erano ampiamente utilizzati coma tarmicidi negli armadi o ripostigli. Tali sostanze fuoriescono solamente nel caso della movimentazione del terreno. In ogni caso gli idrocarburi tos­sici presenti in tracce nel catrame hanno una volatilità bassissima e non evaporano spontaneamente, ma possono essere liberati nell’aria solo attraverso le polveri alle quali aderiscono. Ecco dunque perchè l’APPA ha disposto apposite coperture stagne e l’aspirazione della polvere, eventual­mente liberata sotto la copertura nei momenti di carico degli automezzi, attraverso appositi filtri al carbone attivo. Il filtro garantisce un’emissione netta­mente inferiore ai limiti di legge. In seguito alle lamentele (per gli odori) da parte dei residenti del condominio di via Leopardi, l'APPA ha sollecitato una maggiore attenzione a riguardo.

Di pari passo il progetto impone di effettuare un monitoraggio continuo di PM10, Benzene, Benzo(a)pirene (come indicatore per gli IPA = idrocarburi policiclici aromatici cancerogeni) in quattro punti ai confini del cantiere. I punti di misura sono stati scelti in raccordo con l’Agenzia per l’Ambiente. Dall’inizio dei lavori (in luglio) fino a novembre i valori misurati giornalmente hanno fornito valori d’inquinamento insignificanti, perciò a partire da quella data si misurano 2 volte la set­timana polveri, IPA e Benzo(a)pirene. Settimanalmente un tecnico dell’APPA esegue un sopral­luogo presso il can­tiere. Si conferma perciò che i lavori di risanamento sono eseguiti con scrupolo e nel pieno rispetto della normativa vigente.

Per quello che riguarda le aree adiacenti e la contaminazione, è già stato stilato in accordo con il Comune di Merano un programma di monitoraggio. I primi risultati sono previsti per la fine di gen­naio e sulla base di queste analisi si stabilirà se sarà necessaria un’ulteriore bonifica.
Riguardo al trasporto transfrontaliero dei rifiuti, che ha destato particolare interesse, si precisa che la legislazione comunitaria è stata pienamente rispettata ed i controlli previsti hanno funzionato alla perfezione.

Per quello che riguarda il materiale proveniente da Merano, questo è stato analizzato prima del ca­rico e dato che già in una sola delle 4 analisi effettuate non rispettava i limiti previsti, si è subito deciso di non spedirlo alla discarica di Schafweide. Perciò il materiale è stati inviato in un‘altra discarica in Germania che può ricevere materiale con un inquinamento maggiore. Si ricorda però che anche in questo caso, secondo la normativa comunitaria, anche la parte più con­tami­nata non era ancora classificata come rifiuto pericoloso. Crediamo perciò che tutte le disposi­zioni di legge siano state ampiamente rispettate.

In generale un rifiuto, prima di poter essere conferito ad un’adeguata discarica a scelta (normal­mente scelta più economica), richiede un’autorizzazione da parte dell’ente di controllo competente per la zona della discarica. Questa definisce i limiti da rispettare. Poi occorre la stipula del contratto di notifica (per il trasporto) con il proprietario della discarica e il deposito di una elevata garanzia finanziaria che serve a coprire i costi per una eventuale non corretto smaltimento dei rifiuti o la riimportazione de­gli stessi.

Prima di essere conferito nella discarica prescelta il materiale deve essere sottoposto ad analisi chi­mica che accerti il rispetto di tutti i limiti fissati dall’autorizzazione dell’ente di controllo preposto. Quindi il materiale prima di essere definitivamente depositato in discarica viene nuovamente sotto­posto ad analisi che accertino la corrispondenza delle analisi effettuate prima della partenza del materiale."

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