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Regolato il riutilizzo di materiali da scavo

Le terre e rocce da scavo che non provengano da siti contaminati, o potenzialmente contaminati, possono esser riutilizzate o in cantiere, come materiale edile, oppure per ripristini ambientali. Lo ha stabilito la Giunta provinciale nella seduta di ieri, 26 gennaio, riprendendo i criteri di un'apposita direttiva comunitaria.

I criteri stabiliti dalla direttiva comunitaria (2008/2008/98/), adattati dall'Agenzia provicniale per l'ambiente e recepiti ora dalla Giunta provinciale, prevedono l'accertamento che il materiale non provenga da siti inquinati o potenzialmente inquinati e che venga riutilizzato come materiale da costruzione sulla base di specifiche tecniche riconosciute (ad esempio secondo il prezziario provinciale).
Inoltre, i criteri prevedono che il materiale possa essere riutilizzato in opere di ripristino ambientale; in questo caso è necessario che le singole opere siano state preventivamente autorizzate ai sensi della legge sulla tutela del paesaggio.  
Per verificare la corretta applicazione della direttiva, recepita dalla delibera della Giunta provinciale, chi effettua lo scavo deve anche compilare un semplice modulo (da conservare presso l'azienda), che contiene indicazioni sulla qualità, quantità, provenienza e destinazione del materiale prodotto.   
È ammesso anche lo stoccaggio dei materiali di scavo sia in cantiere che fuori cantiere fino al termine dei lavori. Anche il luogo di stoccaggio deve essere indicato nel modulo.

I moduli possono essere richiesti, come ulteriori informazioni, presso l'Ufficio gestione rifiuti dell'Agenzia provinciale per l'ambiente, in via Amba Alagi 35, a Bolzano, tel. 0471 411880, fax 0471 411889, e-mail: gestione.rifiuti@provincia.bz.it.

SA