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Monitoraggio del permafrost, in Val Senales sonda di ultima generazione

La consistenza del permafrost, ovvero lo strato di terreno, roccia e ghiaia perennemente ghiacciato, è uno dei principali indicatori dei cambiamenti climatici nell'arco alpino. Per monitorarne l'andamento, l'Ufficio provinciale geologia e prove materiali ha installato in Val Senales una sonda di ultima generazione che fornirà dati e valori 24 ore su 24. CON AUDIO

Il trasporto tramite funivia della sonda posizionata sul ghiacciaio della Val Senales

"I cambiamenti che interessano il permafrost - sottolinea l'assessore ai lavori pubblici Florian Mussner - sono dei veri e propri campanelli d'allarme per i mutamenti climatici. Analizzare anche le più piccole variazioni in alta quota ci permette di capire in anticipo cosa potrà accadere nei prossimi anni". Per questo motivo, l'Ufficio geologia e prove materiali sta seguendo un progetto Interegg, con la partecipazione di Italia, Austria, Svizzera, Germania e Francia, che vuole analizzare come le variazioni climatiche riescano ad influenzare lo strato di permafrost sulle Alpi. Nei giorni scorsi, le attenzioni dei tecnici si sono concentrate sulla Val Senales: grazie alla collaborazione della Società funivie ghiacciai Val Senales e del Comune di Senales, è stato possibile procedere allo spettacolare trasporto, ad oltre 3 mila metri di quota, di una sonda di perforazione di ultima generazione. Il macchinario, del peso di 4,5 tonnellate, è stato portato oltre la cresta appeso alla funivia della val Senales. Le perforazioni in val Senales vengono eseguite nella zona Croda delle Cornacchie, poco distante dalla stazione a monte della funivia. Tra i 70 e i 150 metri di profondità vengono posizionati strumenti in grado di rilevare 24 ore su 24 una serie di importanti valori, ad iniziare dalle temperature, e i dati, grazie ad una stazione di monitoraggio, sono consultabili da tutti i partner che partecipano al progetto. "Le informazioni ottenute dalle analisi in quota sullo strato di permafrost - spiega Ludwig  Nössing, direttore dell'Ufficio geologia e prove materiali - permetteranno di avere una visione completa di quello che sta accadendo sulle Alpi, consentendo così di prendere le contromisure necessarie sulla base di dati scientifici e non di semplici supposizioni".

mb

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Analisi del Permafrost a 3.000 metri di quota