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Cambiamenti climatici e salute - le ricadute per l'Alto Adige

L’argomento al centro del 4° convegno di medicina ambientale, svoltosi sabato scorso al Centro Pastorale di Bolzano, è oggetto di numerose ricerche interdisciplinari in corso da anni in tutto il mondo. La giornata, organizzata dagli assessori Hans Berger e Richard Theiner, ha visto esperti di vari settori soffermarsi sugli effetti negativi dei cambiamenti climatici sulla salute umana. Oltre un'ottantina i partecipanti.

I relatori hanno analizzato i cambiamenti climatici da varie prospettive, ossia la salute, l’ambiente e l’agricoltura, focalizzando in particolare le loro ricadute concrete sul territorio altoatesino.
È ormai assodato che il benessere umano è legato a doppio filo agli ecosistemi ed alle condizioni di vita. Se quindi i cambiamenti climatici modificano le condizioni fisiche dell’ambiente in cui viviamo (temperatura, eventi meteorologici, disponibilità di risorse idriche o livello dei mari), alterandone gli ecosistemi (per esempio le condizioni di vita degli organismi che trasmettono le malattie o delle piante che coltiviamo), possono scaturirne dei rischi più o meno gravi per la salute umana, ed è proprio di questi che si è parlato diffusamente al convegno.
Marina Maiero, medica genovese coinvolta nel programma dell’OMS per i cambiamenti climatici e la salute, ha fatto presente che i cambiamenti climatici dei prossimi decenni rappresentano una grave minaccia, diretta o indiretta, per gran parte dell’umanità. Già oggi, infatti, le morti causate dai cambiamenti climatici sono circa 150.000 l’anno. La scarsità di risorse idriche e le siccità, per esempio, riducono la disponibilità di alimenti causando gravi stati di malnutrizione, con la conseguenza di mettere a repentaglio la salute di milioni di persone. Inoltre, varie calamità naturali come le inondazioni o gli uragani stanno producendo un aumento vertiginoso di morti, feriti e persone affette da disturbi post-traumatici. Infine, l’aumento della concentrazione di ozono nell’atmosfera sta producendo un incremento marcato delle patologie cardiopolmonari. I soggetti più esposti agli effetti deleteri dei cambiamenti climatici sono quindi gli abitanti delle aree geografiche più sensibili – come le fasce costiere, le isole, i territori montani ed i grandi agglomerati urbani – e fra questi i più vulnerabili sono soprattutto i bambini, le donne, gli anziani ed i meno abbienti che non riescono ad accedere ai servizi sanitari.
Anna Maria Bargagli, biologa della divisione epidemiologica del Servizio sanitario regionale del Lazio, ha parlato invece delle ondate di caldo estive, che ormai da un decennio mietono parecchie vittime – soprattutto nelle città – fra anziani, bambini e categorie a rischio. Per rispondere a quest’emergenza, nel 2004 lo stato italiano ha dato vita ad un sistema di allarme che, al sopraggiungere di un’ondata di caldo, è in grado di attivare in 34 città italiane delle misure preventive contro gli effetti della canicola sulla salute umana.
Günther Geier, dell’Ufficio idrografico provinciale di Bolzano, si è soffermato sull’aumento massiccio delle temperature medie riscontrato in Alto Adige, pari a quasi due gradi centigradi negli ultimi quarant’anni. Questo rialzo termico ha ridotto rapidamente il numero delle giornate di gelo, causando un ritiro incessante dei ghiacciai e lo scioglimento dello strato di permafrost. Altre conseguenze importanti sono stati da un lato l’aumento dell’erosione e degli smottamenti, e dall’altro un cambiamento rilevante delle condizioni di vita per le specie vegetali.
La presenza di periodi di siccità assai più lunghi che in passato, unita alla maggiore frequenza delle grandinate, sta mettendo a dura prova le colture agricole - ha ricordato Reinhold Stainer, del Centro Sperimentale di Laimburg - senza contare la necessità di sviluppare nuove strategie per combattere le malattie ed i parassiti vegetali. In generale, anche in Alto Adige si osserva un cambiamento dell’intensità delle precipitazioni, con lunghi periodi di siccità interrotti da precipitazioni molto vigorose, che a loro volta determinano un aumento delle piene e delle inondazioni, come ha spiegato Luigi Minach dell’Agenzia provinciale per l’ambiente.
Werner Wallnöfer, primario del Reparto di Dermatologia all’Ospedale di Bolzano, ha ricordato che gli effetti nocivi del clima – fra i quali l’aumentata esposizione alle radiazioni solari – si manifestano sulla nostra pelle molto prima che compaiano patologie sistemiche gravi o addirittura letali.
Giulia Morosetti, del Servizio veterinario provinciale, ha riferito sulla comparsa in Alto Adige di nuove patologie trasmesse da insetti che, prima del surriscaldamento del Pianeta, esistevano solo nei paesi tropicali.

Il simposio, organizzato dall’Ufficio provinciale per la formazione del personale sanitario con la collaborazione dell’Agenzia provinciale per l’ambiente, era rivolto agli operatori sanitari, agli amministratori politici ed esperti del settore a livello provinciale e comunale, ed alle associazioni ambientaliste.

USP