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Piano qualità dell'aria: polveri sotto i limiti, preoccupa il biossido di azoto

Con la chiusura del periodo invernale è tempo di bilanci per il piano qualità dell'aria, il programma messo in campo dall'Agenzia provinciale per l'ambiente per ridurre l'inquinamento atmosferico. Per quanto riguarda le polveri sottili, nonostante il freddo degli ultimi mesi, la situazione rimane sotto controllo, mentre il livello del biossido di azoto renderà necessari alcuni interventi.

"Anche durante l'ultimo inverno - spiega il direttore dell'Appa Luigi Minach - possiamo dire che è proseguito il trend positivo degli ultimi anni. La qualità dell'aria è generalmente migliorata in tutto il territorio provinciale, ma ci sono alcune zone di criticità su cui in futuro dovremo intervenire". Il riferimento di Minach è al biossido di azoto, sostanza prodotta principalmente dalla combustione dei veicoli alimentati da motori diesel. "Si tratta di un problema diffuso a livello europeo - prosegue Minach - che non accenna a ridursi nonostante i passi in avanti dal punto di vista tecnologico". Quest'anno, per la prima volta, l'UE ha introdotto una soglia limite pari ad una concentrazione media annuale di 40 microgrammi per metro cubo d'aria. Nella conca di Bolzano il limite è stato superato di pochissimo (40,5), mentre le rilevazioni effettuate nei pressi dell'Autostrada del Brennero registrano valori attorno ai 65 microgrammi per metro cubo. "Entro la fine dell'anno - spiega l'assessore all'ambiente Michl Laimer - l'Unione Europea chiede la presentazione di un piano di risanamento, con scadenza 2015, che consenta il rispetto dei limiti imposti. Ci stiamo già lavorando, in stretta collaborazione con Baviera e Tirolo del Nord". Tra le proposte già avanzate spiccano il pedaggio autostradale legato alla classe di appartenenza ecologica del veicolo, e l'imposizione, lungo alcuni tratti della A22 e in alcune giornate particolari, di limiti di velocità più stringenti. "La prima proposta è già stata applicata con successo in Germania - sottolinea Minach - mentre per quanto riguarda la seconda c'è l'esempio di Innsbruck: l'introduzione, per un periodo di tempo, del limite dei 100 km/h, aveva comportato un calo del 6% delle emissioni di biossido di azoto".

Assolutamente tranquillizzanti i dati rilevati a benzene, monossido di azoto e biossido di zolfo, è il turno delle polveri sottili. Le Pm10 restano nella norma, ma nei primi tre mesi del nuovo anno, rispetto al 2009, gli sforamenti sono in crescita: 11 nella conca di Bolzano, 12 in quella di Merano, 13 a Laives, questi i dati più elevati. "Negli ultimi tre anni i risultati sono stati talmente buoni - prosegue il direttore dell'Appa - che è stato possibile sospendere il piano d'azione che prevedeva il blocco del traffico in caso di 5 sforamenti consecutivi della soglia di 55 microgrammi per metro cubo. In questi primi mesi del 2010, però, abbiamo pagato l'andamento del clima: gennaio e febbraio sono stati particolarmente freddi, e con le basse temperature si riduce il volume d'aria all'interno del quale si diluiscono le sostanze inquinanti. Ecco il motivo principale di questa crescita degli sforamenti, che già adesso sono quasi in linea con quelli registrati nel corso di tutto il 2009. Se il prossimo autunno sarà molto freddo, non è escluso che il piano d'azione torni d'attualità". Restano da sottolineare, comunque i grandi risultati ottenuti grazie alle misure introdotte negli ultimi anni, con gli sforamenti passati dai novanta, e oltre, del 2003 alla decina del 2009.

Pur se rimane al di sotto del livello di guardia (25 microgrammi per metro cubo su base annua), merita qualche attenzione anche il valore delle polveri sottili provocate dalla combustione domestica, le cosiddette Pm2,5. Il valore massimo, da anni, si registra presso la stazione di rilevamento di Laces, i cui dati recentemente si sono attestati sui 18 microgrammi per metro cubo. In crescita anche la concentrazione nell'aria del benzapirene, che deriva direttamente dalla combustione della legna. "Il motivo di questo trend - precisa Minach - è da ricercarsi nella diffusione sempre maggiore della biomassa, e nell'utilizzo poco corretto delle stufe a legna. Stufe di vecchia concezione, e legna umida o trattata, fanno salire vertiginosamente la concentrazione di queste sostanze inquinanti. Tra le contromisure più incisive spiccano gli incentivi per l'acquisto delle stufe di ultima generazione con bassi livelli di emissione".

mb