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Rabbia silvestre: primi tre casi in Alto Adige

Dal Centro di referenza di Padova è giunta ieri sera al Servizio veterinario provinciale la notizia della positività alla rabbia silvestre di tre volpi in territorio altoatesino: due trovate morte nel territorio comunale di Dobbiaco e Badia, una abbattuta sempre nel comune di Badia. Scattate le prime misure: divieto di condurre fuori dai centri abitati nei comuni coinvolti e nei comuni adiacenti, vaccinazione per i gatti, tenuti sotto controllo.

L’assessore provinciale all’Agricoltura Hans Berger, costantemente in contatto con il Servizio veterinario provinciale, ha subito fatto scattare le prime misure dopo la conferma dei tre casi di rabbia: “Abbiamo preso contatto con i comuni di Dobbiaco e Badia – spiega Berger – e adesso vale quanto previsto dal Regolamento di Polizia Veterinaria e disposto dal Decreto del Servizio veterinario provinciale sulla profilassi della rabbia, vale a dire  il divieto assoluto per i cani di circolare nei boschi, anche al guinzaglio, per ragioni di sicurezza e per evitare contatti con la malattia.” I possessori dei cani sono tenuti a restare con gli animali solo nel centro abitato. “Ora valuteremo – continua Berger –  insieme al Centro di referenza nazionale per la rabbia e il Ministero della salute, se estendere la vaccinazione degli animali da reddito oltre i 23 Comuni nei quali è già stata effettuata.”

Il vicedirettore del Servizio veterinario provinciale Ernst Stifter, che sta seguendo l’evolversi della situazione, specifica inoltre che “a Dobbiaco e Badia  e nei comuni adiacenti diventa urgente anche vaccinare i gatti e tenerli sotto stretto controllo.” Per tutti i cani sul territorio provinciale era già prevista la vaccinazione antirabbica entro lo scorso 31 marzo. "Non c'è motivo di panico - sottolineano gli esperti provinciali - ma è richiesta l'adeguata prudenza, specie per le persone che per lavoro frequentano i boschi."

In questi primi mesi del 2010 sono quasi 180 i casi di rabbia silvestre segnalati nelle regioni del Nord-Est. Oltre alle volpi, che sono gli animali più colpiti, la rabbia è stata riscontrata anche in alcuni esemplari di gatti, cervi,  caprioli, tassi ed equidi. "L'unico modo per cercare di tenere il virus lontano dalla nostra Provincia - prosegue Berger - è procedere alle vaccinazioni di massa". In tal senso in queste ore un elicottero sta completando il lancio di ulteriori 6mila esche vaccinali nelle aree sotto ai 1500 metri di altitudine tra Chiusa e Bolzano e nell’area tra Bolzano, Merano e la val Sarentino. Si aggiungono alle 55mila esche lanciate a fine aprile in tutto l’Alto Adige e che finora avevano tenuto il virus lontano dalla provincia.

Le esche vaccinali sono grandi circa 4 centimetri, e assomigliano molto ai biscotti per cani, ma hanno una consistenza e un odore in grado di attirare le volpi. "All'interno dell'esca - spiega Stifter - è contenuta una capsula contenente vaccino che consente di immunizzare l'animale. Cani che per sbaglio dovessero ingerire l'esca non corrono rischi, ma spesso la vaccinazione tramite esca non funziona sui cani perché prodotta per gli animali selvatici. Lungo i sentieri e nelle zone frequentate dagli escursionisti sono comunque stati installati dei cartelli che segnalano la presenza delle esche per la rabbia silvestre".

L'ultimo caso di rabbia in Alto Adige risale al luglio 1994 (un tasso in val di Vizze), allora la malattia era stata "importata" dall'Austria.

 

 

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