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Ufficio caccia e pesca: monitoraggio dei cormorani in Alto Adige

L’Ufficio caccia e pesca della Provincia da alcuni anni effettua un monitoraggio sulla presenza dei cormorani lungo i principali corsi d’acqua per definire la loro influenza sulla consistenza della fauna ittica ed in particolare della trota marmorata e del temolo.

I risultati del monitoraggio dei cormorani lungo i principali corsi d'acqua

In Alto Adige il cormorano non è specie nidificante, e lo si ritrova solamente nel periodo invernale. Arriva in autunno, in migrazione dalle grandi aree di nidificazione del centro-nord Europa, per trascorrere l'inverno in climi meno rigidi, quindi a primavera riprende la rotta del nord.

Da una decina di anni, in inverno, questo uccello è ormai una presenza costante sul nostro territorio, dove si trovano mediamente  50 -100 individui distribuiti sui corsi d'acqua maggiori (Adige tra Merano e Salorno, Isarco tra Campodazzo e confluenza) ed il lago di Caldaro; negli ultimi anni la presenza di questo uccello ittiofago si sta espandendo agli specchi d'acqua della diga di Fortezza e Rio Pusteria, di San Lorenzo di Sebato e Valdaora in Val Pusteria.

Questo grande uccello si nutre quasi esclusivamente di pesci, ed ha un fabbisogno alimentare stimato attorno ai 500 grammi di pesce al giorno.

I piccoli e medi corsi d'acqua tipici delle acque salmonicole, come quelli del nostro territorio, non rappresentano in genere un habitat ideale per il cormorano. Laddove però le consistenze di presenza di questo abile pescatore siano elevate, questi corsi d'acqua possono subire una pressione predatoria effettivamente molto incisiva e dannosa.

L'Ufficio cacccia e pesca ritiene che la forte presenza di cormorani possa costituire non solo un problema limitato al mondo della pesca, ma un vero e proprio problema ecologico, in contrasto anche con le normative nazionali ed europee di tutela della biodiversità e degli habitat prioritari.

In particolare, in Alto Adige, viene messo in pericolo la presenza di una specie considerata prioritaria dalla vigente normativa comunitaria di tutela "Rete Natura 2000", la trota mormorata, che assieme al temolo rappresenta il salmonide autoctono dei nostri fiumi. Anche il temolo stesso, per la sua abitudine di muoversi in gruppi numerosi nella corrente dei fiumi, diventa una delle prede preferenziali del cormorano.

I monitoraggi sulla fauna ittica che l'Ufficio caccia e pesca conduce da diversi anni, indicano livelli in forte regressione per il popolamento ittico del nostro principale corso d'acqua, raggiungendo livelli drasticamente bassi nella zona a sud di Bolzano. Una delle cause di questo calo, secondo l'Ufficio caccia e pesca, è rappresentata dalla pressione di predazione del cormorano,  sicuramente molto forte, capace di determinare, in un sistema già indebolito, un forte calo della presenza di pesce.

Da fine ottobre ad oggi, nelle acque da pesca, sono stati censiti un numero minimo di 17 ed un massimo di 93 cormorani contemporaneamente presenti.

Essendo il cormorano un uccello con grandi capacità di spostamento, si sono registrate forti variabilità di presenza sul territorio nel corso dell'inverno: in novembre il numero di presenze è andato regolarmente aumentando raggiungendo un picco massimo a dicembre di circa 80 animali.

Il numero è notevolmente calato in gennaio per tornare poi ad aumentare e raggiunger la soglia massima di 93 uccelli a metà febbraio. In seguito i numeri vanno via via denotando un calo di presenze, che oscillano attorno ai 30-40 individui ad inizio marzo.

 

FG

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