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Scopazzi del melo: alla Laimburg presentati i progetti di ricerca

I ricercatori del Centro di sperimentazione Laimburg hanno presentato agli agricoltori coinvolti gli attuali progetti di ricerca sugli scopazzi del melo. Nel periodo 2012-2018 sono a disposizione 3,45 milioni di euro per continuare la complessa ricerca, coinvolti nelle attuali rilevazioni 260 frutteti diversi di 160 agricoltori.

Il direttore del Centro Laimburg Oberhuber durante la presentazione dei progetti di ricerca sugli scopazzi del melo

I fattori che influiscono sul diffondersi degli scopazzi del melo, i meccanismi del batterio che provoca i sintomi della malattia, il collegamento tra insetti vettore e tipi dell'agente patogeno che gli insetti stessi trasmettono: sono alcuni dei temi della ricerca condotta dal Centro di sperimentazione Laimburg assieme ai colleghi della Fondazione Mach di San Michele nei due progetti pluriennali APPL2.0 e APPLClust. Si punta ad individuare le cause delle grandi quantità di infezioni nelle zone più colpite di questa malattia, in particolare Burgraviato e Bassa Venosta. "Abbiamo creato un retino della superficie frutticola altoatesina e stiamo raccogliendo un'enorme quantità di dati in frutteti scelti, tra i quali dati climatici, dati sul paesaggio in cui il frutteto si trova, le varietà di mela piantate, la gestione dei frutteti e i trattamenti fitosanitari applicati", ha spiega la responsabile della ricerca sugli scopazzi Katrin Janik all'incontro con una sessantina di agricoltori. Per il rilievo dei dati sono stati scelti 260 frutteti diversi di 160 agricoltori. A Laimburg i ricercatori hanno presentato lo stato attuale della ricerca e le misure programmate in futuro.

Michael Oberhuber, direttore del Centro di Sperimentazione Laimburg, ha messo in guarda dalle aspettative esagerate: malgrado le ampie ricerche in materia, nei prossimi anni sarà molto difficile trovare un rimedio contro la malattia. Tra gli obiettivi della presentazione delle ricerche a livello internazione vi è anche quello di far crescere la consapevolezza sull'importanza di questa malattia e poter quindi incentivare gli studi sugli scopazzi da parte di altri istituti. "Le nostre attuali ricerche mirano comunque all'ottenimento di ulteriori conoscenze sulla malattia e sulla sua trasmissione. Sono queste le basi che ci permetteranno di sviluppare strategie e consulenze per poter arginare gli scopazzi del melo", ha sottolineato Oberhuber. Il direttore del Centro ha ringraziato gli agricoltori per il loro importante sostegno della ricerca.  

I progetti di ricerca sugli scopazzi del melo sono sviluppati in stretta collaborazione e continuo scambio con le cooperative altoatesine e il Centro di consulenza in fruttiviticoltura. Il settore frutticolo contribuisce per un terzo al finanziamento delle attuali ricerche in materia, un altro terzo viene messo a disposizione dalla Ripartizione provinciale Agricoltura. Ulteriori finanziamenti provengono dalla Ripartizione provinciale Innovazione, ricerca e cooperative nonché dal Centro Laimburg. Dal 2012 al 2018 sono programmati 3,45 milioni di euro per continuare la ricerca sulla malattia.

pf

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