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Monitoraggio su selvaggina e rimboschimento in val Venosta

Del monitoraggio della presenza della selvaggina in val Venosta e degli effetti che provoca sul rimboschimento si è discusso con gli esperti e con il pubblico locale ieri sera (martedì 14) a Malles, presente l’assessore provinciale Arnold Schuler.

Importante il dialogo con tutte le parti interessate: l'assessore Schuler alla presentazione dello studio a Malles (Foto USP/RT)

Quasi 200 i partecipanti nel centro della protezione civile di Malles alla serata pubblica promossa dalla Ripartizione provinciale foreste per discutere degli effetti della presenza della selvaggina sul rimboschimento in val Venosta. La conferenza è stata aperta dall'assessore provinciale Arnold Schuler, che ha ricordato l'importanza di questo genere di studi, "per poter contare su una base scientifica e su dati concreti prima di assumere le necessarie decisioni, che vanno raggiunte attraverso il dialogo con tutte le parti interessate."

Sono seguite le relazioni: il direttore reggente dell'Ufficio provinciale caccia e pesca Andreas Agreiter ha parlato dello sviluppo degli ungulati in Venosta, dove è molto alto il numero dei cervi (da 6 a 9 ogni 100 ettari in alta Venosta, da 6 a 14 nella media Venosta, dove negli ultimi 20 anni sono molto aumentati) rispetto ad esempio alla media dell'alta val d'Isarco (1 capo per ettaro). Il direttore dell'Ufficio pianificazione forestale Günther Unterthiner ha riferito sull'influenza della selvaggina nella pianificazione forestale.

Nell'area del parco nazionale dello Stelvio gli effetti della presenza della selvaggina sul rimboschimento sono stati analizzati nel 2012 per definire gli interventi di prelievo selettivo di cervi. Poichè la situazione del rimboschimento si è rivelata precaria in alcune zone di Silandro al di fuori del parco nazionale, si è deciso di condurre questa analisi nel 2014 anche nell'area dell'Ispettorato forestale di Silandro. I punti centrali di questo studio sono stati presentati da Luca Pedrotti, coordinatore scientifico del parco nazionale dello Stelvio, che ha condotto il monitoraggio assieme ad Anna Bonardi. Nella successiva discussione si è parlato della necessaria collaborazione tra agricoltori, operatori forestali e esperti scientifici per affrontare al meglio la problematica del rapporto tra selvaggina e bosco, la cui funzione di tutela contro i pericoli naturali e come serbatoio idrico naturale per le zone più disagiate va salvaguardata.

pf

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