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Gruppo di lavoro e misure per arginare danni a piante provocati da cervi

Gli esiti dello studio comparativo riferito ai danni provocati alla rinnovazione delle piante dovuti al morso di ungulati selvati serviranno quale base per l'istituendo Gruppo di lavoro al fine di elaborare un catalogo di contromisure. Lo ha annunciato l'assessore provinciale Arnold Schuler oggi, 11.01, al termine della presentazione dello studio a cura dell'esperto Luca Pedrotti.

Assessore Schuler: È di assoluta importanza manterene il bosco sano e vitale, in grado di rinnovarsi, soprattutto per la sua funzione protettiva (Foto: USP)

Nell'area di competenza dell'Ispettorato forestale di Silandro (area del Parco Nazionale dello Stelvio esculsa) si registra una forte presenza di cervi (stimata in circa 4mila esemplari, ovvero di 8 cervi per chilometro quadrato) ed anche numerosi danni alla rinnovazione delle piante in seguito al loro morso.

Uno studio complessivo dal titolo "Analisi dell'impatto del morso degli ungulati selvatici sulla rinnovazione nelle aree boschive di competenza dell'Ispettorato forestale di Silandro", coordinato nel 2014 dal biologo Luca Pedrotti, responsabile scientifico del Parco Nazionale dello Stelvio, ha analizzato il fenomeno tracciando un confronto con i rilevamenti eseguiti 20 anni fa (nel 1995). Nel 2012 un analogo rilevamento aveva interessato l'area del Parco nazionale.

Per l'assessore provinciale Arnold Schuler è di assoluta importanza manterene il bosco sano e vitale, in grado di rinnovarsi, soprattutto per la sua funzione protettiva, oltre che paesaggistica ed economica.

Dallo studio emerge, come ha fatto presente l'esperto Luca Pedrotti, che la densità media della rinnovazione forestale è diminuita in tutta l'area di studio e che l'incidenza del morso è fortemente aumentata in modo particolare nella media Val Venosta. Le percentuali di morso alla rinnovazione sono molto alte per tutte le specie, in particolare per l'abete bianco (83 per cento). La presenza di una popolazione di cervo con densità molto elevate costituisce il principale e più rilevante fattore che determina l'elevato grado del morso alla rinnovazione forestale. L'impatto del morso è stato valutato come non tollerabile, perché non consentirebbe più lo sviluppo delle piante ed il rinnovamento del bosco, nel 71 per cento dei circa mille rilevamenti condotti nel periodo 2012-2014. Il fenomeno interessa vaste aree (vedi immagine allegata)

Ne emerge che accanto alla gestione forestale avviata da tempo dalla Ripartizione Foreste per il mantenimento di una struttura più diversificata possibile per lo strato arboreo e arbustivo, sia necessaria la riduazione della consistenza della popolazione di cervi. I prelievi venatori finora attuati sono stati in grado di mantenere inalterata la densità della popolazione.  Come ha riferito Pedrotti, dovrà essere avviata una gestione adattativa e porsi degli obiettivi, che ha indicato ad esempio nel raggiungimento di una percentuale di morso non superiore al 30 per cento ed una densità della popolazione di cervi di 4 animali al chilometro quadrato.

Gli esiti dello studio comparativo riferito ai danni provocati alla rinnovazione delle piante dovuti al morso di ungulati selvati come ha afermato l'assessore Schuler, serviranno quale base per l'istituendo Gruppo di lavoro  al fine di elaborare un catalogo di contromisure. Del Gruppo di lavoro faranno parte rappresentanti delle Ripartizioni Foreste e Agricoltura, dell'associazione dei contadini "Bauernbund" e dell'associazione venatoria "Jagdvervand". 

Tra gli aspetti da prendere in considerazione l'assessore Schuler ha citato anche quelli riferiti al forte impatto che hanno sulle aree boschive le attività del tempo libero sia estive che invernali che inducono i cervi a concentrarsi in determinate zone.

SA

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