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Un progetto transfrontaliero per conservare le coltivazioni tradizionali

È stato presentato oggi a Laimburg il progetto tranfrontaliero "Gene save", avviato da Alto Adige e Tirolo nell'ambito del programma europeo Interreg IIIA. Obiettivo è la conservazione dei semi delle coltivazioni tradizionali delle due regioni, "allo scopo", ha detto il presidente Durnwalder, "di evitarne l'estinzione o l'acquisizione da parte di multinazionali in termini di monopolio. Inoltre, in futuro le vecchie specie vegetali potranno rivelarsi più resistenti alle malattie di quelle nuove".

Se fino a trenta anni fa la segale era un prodotto importante dell’agricoltura altoatesina, occupando insieme alle altre colture arative ben 13.000 ettari di terreno, nel 2000 i campi giallo-oro di questo cereale erano già praticamente scomparsi alla vista, ed erano ridotti a 3.780 gli ettari dedicati alle coltivazioni analoghe. E mentre la segale scompariva, facevano la loro comparsa in provincia di Bolzano prodotti nuovi, spesso di varietà selezionate dall’estero, del tutto estranee alla tradizione agricola locale. Lo stesso è avvenuto anche in Tirolo, terra che con l’Alto Adige condivideva molte delle vecchie colture.

Allo scopo di frenare questo processo di graduale estinzione delle specie vegetali, la Provincia autonoma di Bolzano ed il Land Tirol hanno avviato insieme il progetto “Gene Save”, elaborato e finanziato nell’ambito del programma europeo Interreg III –A, che consente l’attuazione di iniziative transfrontaliere in campo economico, sociale, culturale. Presentandolo questa mattina nel Felsenkeller del Centro di Sperimentazione agraria Laimburg, il presidente della Provincia Luis Durnwalder e Ferdinand Eberle, vicepresidente del Land Tirol, hanno posto l’accento sull’importanza che il progetto riveste nell’ambito della tutela delle specie vegetali tradizionali. Si tratta infatti di un’iniziativa che permette, come ha sottolineato Durnwalder, “di evitare la scomparsa totale delle vecchie coltivazioni, grazie alla raccolta dei semi di queste antiche varietà ed alla loro conservazione, e di avere una sorta di riserva agricola in caso del sopraggiungere di malattie delle piante che le nuove colture non sono in grado di combattere. Chi può sapere quali attacchi dovranno affrontare le nostre coltivazioni in futuro? Proprio allora i prodotti dei nostri padri si potrebbero rivelare più resistenti a certi insetti o batteri, e potrebbero essere riproposte”. Inoltre, questo progetto si rivela particolarmente interessante anche in un’ottica di sempre maggiore globalizzazione: la raccolta dei semi in specifiche “Banche del Germoplasma” garantirebbe la loro protezione da parte di multinazionali interessate a registrarne il brevetto e, quindi, a monopolizzarne l’uso.

Come ha spiegato il direttore della Ripartizione provinciale Sperimentazione Agraria e forestale Josef Dalla Via, “la raccolta dei semi è già stata effettuata in passato in Tirolo, che già dispone di una Banca del Germoplasma, ed in parte anche in Alto Adige. Tuttavia, qui la Banca deve ancora essere istituita: lo sarà parallelamente alla realizzazione del progetto Gene Save. A quel punto i semi tipici altoatesini e tirolesi saranno conservati, a temperatura idonea a garantirne la germinabilità per 10-15 anni, in entrambe le banche”. Più avanti negli anni, i semi verranno di nuovo fatti germogliare per raccogliere sementi nuove, a loro volta da conservare o utilizzare. Il progetto riguarda in particolare le coltivazioni di frutta (in Alto Adige particolarmente le mele), cereali ed ortaggi.

Ferdinand Eberle ed il presidente della Camera dell’Agricoltura tirolese Ludwig Penz hanno poi voluto sottolineare l’importanza della gestione congiunta del progetto: “Alcuni semi altoatesini”, ha detto Eberle, “sono già conservati nella nostra banca, e molte competenze al di qua ed al di là del Brennero potranno essere scambiate con vantaggio per tutti”. “Sono gli stessi contadini”, ha aggiunto Penz, “che ci segnalano la scomparsa di colture e ci chiedono di intervenire”. E proprio la collaborazione dei contadini sarà indispensabile per la riuscita del progetto, coordinato a livello altoatesino da Andreas Kasal, dell’Ufficio provinciale Sperimentazione agraria. Essi sono infatti sollecitati ad informare il Centro di Sperimentazione agraria e forestale di Laimburg - che curerà l’indagine scientifica e la raccolta - tramite appositi moduli di cui potranno fare richiesta direttamente al Centro (tel. 0471.9569500), della presenza nei loro campi di esemplari di cereali, ortaggi e mele di antica tradizione locale. Dopodiché, verranno contattati dagli esperti del Centro che provvederanno a prelevare qualche esemplare dei semi ed a studiarli.

Il progetto “Gene Save”, che coinvolge anche la Sortengarten Südtirol, verrà portato avanti fino al 2007, e comporterà, per la Provincia autonoma di Bolzano, una spesa pari a circa 800.000 euro: quasi 300.000 stanziati nell’ambito del progetto Interreg, e quindi in collaborazione con EU e Stato italiano, e quasi 500.000 quale prestazione in proprio per la realizzazione della Banca del Germoplasma. Dal canto suo, il Land Tirolo finanzierà il progetto con 201.000 euro in collaborazione con UE e Stato austriaco ed altrettanti in proprio.

MC