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Conclusi i lavori di ampliamento dell’alveo dell’Aurino presso Molini di Tures

L’Ufficio Sistemazione bacini montani est ha recentemente portato a termine i lavori di ampliamento dell’alveo dell’Aurino presso Molini di Tures. L’intervento aveva lo scopo di stabilizzare il fondo del corso d’acqua e, al tempo stesso, migliorarne le condizioni ecologiche.

L’Ufficio Sistemazione bacini montani est ha concluso in questi giorni i lavori di ampliamento e di manutenzione dell’alveo dell’Aurino nei pressi della zona artigianale di Molini di Tures. In questo modo è stato ultimato anche il secondo lotto del progetto, iniziato nel maggio di quest’anno con lo scopo principale di stabilizzare il fondo dell’alveo, nonché di mantenere e valorizzare l’equilibrio idro-ecologico del torrente Aurino.

La realizzazione di questo progetto costituisce senza dubbio un’esperienza nuova anche per l’Azienda speciale Bacini Montani. L’intervento rappresenta, infatti, uno dei possibili allargamenti dell’alveo dell’Aurino tra Molini di Tures e Brunico previsti dal “Piano di Gestione del basso corso dell’Aurino”, che ha visto impegnati tecnici provinciali e liberi professionisti. “È noto che il fondo dell’alveo dell’Aurino sta subendo un progressivo abbassamento”, spiega Sandro Gius, direttore dell’Ufficio Sistemazione bacini montani est, nonché progettista dell’intervento, “e che in questo modo le opere di protezione presenti lungo le sponde vengono sottolavate e perdono la loro funzione protettiva”. Gli effetti negativi di quest’abbassamento si ripercuotono gravemente anche sull’ambiente circostante. Le originarie zone riparali, costituite da ontaneti, non vengono più sottoposte alle periodiche inondazioni che sono alla base della loro stessa esistenza; le aree umide progressivamente scompaiono e gli ambienti di vita per uccelli, anfibi e pesci si riducono drasticamente causando un generale impoverimento ecologico. “Per questo”, aggiunge Caterina Ghiraldo, direttrice dei lavori “abbiamo rinunciato alla realizzazione di una tipica sistemazione di difesa e cercato invece di conciliare le esigenze tecniche di sicurezza con quelle prettamente ecologiche. Gli interventi di scavo sono stati realizzati in modo tale da modellare il nuovo alveo, creando con il materiale isole e banchine e cercando di predisporre le condizioni per la ricreazione spontanea di nuove aree umide. Il risultato non è ovviamente immediato: bisognerà lasciare che la natura compia il suo corso. Tuttavia nel primo lotto, dove i lavori di allargamento sono terminati a giugno, sui depositi di materiale si stanno già insediando spontaneamente le prime specie vegetali”.

L’intervento di allargamento, che ha visto impegnata la squadra di Hubert Brugger della Val Aurina, è stato finanziato con un importo di 100.000 Euro ed ha comportato il prelievo di circa 13.500 m³ di materiale (7.500 m³ per il 1° e 6.000 m³ per il 2° lotto).

MC